La parola, scritta, può sembrare strana: in basco txakoli, in castigliano, più domestico, chacolì. Il suono non è meno sorprendente: ciacolì, lo leggiamo noi. Molto più immediato è il vino che questo nome definisce: leggero, facile, allegro. È il vino delle feste nei Paesi Baschi, presente ad accompagnare le grigliate all’aria aperta e nei bar insieme ai pintxos, la versione locale delle tapas.
«Txakoli è un riflesso del carattere del nostro popolo, Euskal Herria, delle nostre tradizioni e della nostra cultura e quindi è un vino un po’ rustico, timido, che va domato in vigna, un vino antico, quasi mitologico, insomma un vino di culto per i baschi».
Così Juanjo Tellaetxe, wine maker e anima della cantina Tantaka, che continua spiegando che il txakoli era il vino che si produceva in casa, quello da bere in famiglia: «Se avanzava qualcosa veniva venduto e si trasformava in una risorsa economica in un tempo di grande scarsità.
Ricordo le ultime viti coltivate dalla mia famiglia, la taverna che c’era in casa e la pista da bowling, dove i vicini trascorrevano il tempo libero bevendo txakoli, giocando a bowling e mangiando baccalà.
Le vigne andarono perse in diversi anni consecutivi di forte oidio, e con l’arrivo dei primi stabilimenti nella zona». Del resto il nome deriverebbe, pare, dall’espressione basca etxeko ain, «fatto per casa».
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Un vino storico
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Oggi molte cose sono cambiate, e questo vino storico è protetto dalla denominazione di origine. Anzi, dalle denominazioni, poiché esistono tre tipologie di txakoli. A spiegarlo, Igor e Fran che dalla loro vetrina Bask Select lavorano per spedire in tutto il mondo i prodotti baschi e per far conoscere i sapori e la cultura della loro terra.
«Il primo è il Txakoli de Getaria (DO Getariako Txakolina), prodotto nella regione Gipuzkoa, principalmente nel territorio di Getaria.
È la denominazione di origine controllata più conosciuta e una delle più antiche: i vini provenienti da questa zona sono famosi per la loro freschezza, acidità e un leggero tocco gassato; hanno solitamente note fruttate di mela verde e agrumi, con una piacevole effervescenza.
Il Txakoli de Bizkaia (DO Bizkaiko Txakolina), più morbido e meno acido del precedente, presenta una maggiore varietà di stili, ed è prodotto anche in versione rossa o rosata. Questi vini hanno solitamente aromi floreali e fruttati più intensi, con una minore presenza di bollicine.
Infine il Txakoli de Álava (DO Arabako Txakolina), la più recente delle tre denominazioni d’origine: tendenzialmente più fruttati e corposi di quelli delle altre regioni, questi vini hanno un’acidità ben equilibrata, con note di frutti tropicali e una struttura più ricca».
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Un servizio spettacolare
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Il primo, il Getariako Txakolina, è quello più antico, dunque, ma è anche quello che incanta turisti e viaggiatori con il suo sapore diverso e con la scenografica gestualità che i Baschi usano nel servizio: «Si usa il tapón escanciador, il tappo versatore – spiegano Igor e Fran – per versare il txakoli alla maniera tradizionale.
Questo tappo ha un piccolo foro che consente un flusso fine e costante, aiutando ad aerare il vino durante il servizio. Il txakoli viene fatto cadere dalla bottiglia da una certa altezza, circa un metro, in modo che possa frangersi nel vetro: in questo modo il vino butta fuori l’anidride carbonica, formando una schiuma caratteristica.
Viene utilizzato inoltre un bicchiere largo e a bocca larga, diverso da un tradizionale bicchiere da vino. Questo tipo di bicchiere permette una migliore ossigenazione del vino e facilita la percezione dei suoi aromi e sapori.
Il txakoli dovrebbe essere servito a una temperatura compresa tra otto e dieci gradi centigradi, temperatura che fa risaltare la sua freschezza, acidità e le caratteristiche note fruttate».
E si dice che, quando si versa in txakoli, se ne debba far cadere un po’ fuori dal bicchiere, in modo che possa portare fortuna.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, il txakoli si sposa a molti cibi diversi. Fran e Igor indicano i più tipici, a partire dai frutti di mare, che si accostano perfettamente all’acidità e alla freschezza di questo vino, per continuare con il pesce, soprattutto acciughe, sardine, tonno e merluzzo.
Perfetti anche i formaggi a pasta molle e semi-stagionati come l’idiazábal, il formaggio più famoso dei Paesi Baschi, per finire con i famosi pintxos, le tapas dei Paesi Baschi, piccoli stuzzichini perfetti per sorseggiare un bicchiere di vino: ad esempio le gildas, spiedini di olive, acciughe e peperoncini verdi.
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L’anima di un vino
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L’essenza del txakoli è definita, come per tutti i vini, da diversi fattori: «Penso che le caratteristiche del txakoli – racconta Tellaetxe – derivino soprattutto dalle varietà autoctone (Hondarrabi zuri, bianco; Hondarrabi beltza, rosso; Petit courbu/Hondarrabi zuri zerratia, bianco; e poi altre varietà minori) e dal nostro clima modellato dall’influenza del mar Cantabrico e delle montagne».
Il territorio adatto alla coltivazione delle uve è comunque poco esteso: «Ci sono pochi ettari vitati in tutti i Paesi Baschi e poche aziende vinicole: questo ha una grande importanza, siamo piccoli come superficie coltivata, siamo pochi produttori… Ma è molto curioso che ci sia una grande diversità tra i vini».
Diversità che non interessa solo le differenti denominazioni, ma anche il modo di fare vino: «Potremmo dire che attualmente ci sono due tendenze quando si tratta di fare il txakoli. Da un lato – spiega ancora Tellaetxe – il txakoli più classico, con quel carattere di vino fresco, leggero, molto acido e poco alcolico, un vino da bere entro l’anno, con una tapa o un pintxo; poi c’è una nuova tendenza a fare vini con più potenziale di invecchiamento, più gastronomici, indubbiamente più complessi, più seri…
Vini con più corpo, un po’ più di alcol, più gentili, che mostrano già tutte le potenzialità che nei prossimi anni vedremo nel mercato internazionale di questo prodotto genuinamente locale. Personalmente, fin dall’inizio, ho scelto la linea di vini più moderna, con più potenziale di invecchiamento, gastronomica… In pratica i txakoli che mi piace bere e gustare».
In Italia
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In Italia non è facile trovare il txakoli. Quello di Tantaka è distribuito da Proposta Vini, per hotel e ristoranti. Bask Select offre in vendita online una selezione di etichette, come Txomin Etxaniz, uno dei produttori più emblematici di Getaria, conosciuto per il suo txakoli fresco e di carattere.
Gorka Izagirre, Bizkaia offre un’espressione moderna e raffinata di Txakoli, mentre Astobiza, produttore della DO Álava, è famoso per i suoi vini fruttati ed equilibrati. Infine Italvinus, un e-commerce di vino specializzato in vino spagnolo sul mercato italiano, che opera come filiale italiana del gruppo spagnolo Vinissimus.
Giuseppe Alonzo, referente del portale e sommelier, spiega come la vendita di vini baschi abbia costituito il due per cento rispetto al totale degli ordini ricevuti sul mercato italiano: «Si tratta di una nicchia di pubblico disposta a spendere (gli ordini superavano nettamente la soglia per la consegna gratuita), e competente.
Solo una minima parte degli ordini è stata effettuata da professionisti (segnalo in passato un paio di ordini abbastanza grossi da parte dell’Ais), ciò rivela che la nicchia è sì presente tra i bevitori e gli appassionati, ma non fa molto mercato. Per quanto riguarda le ricerche online, l’inserimento della parola txakoli nel nome prodotto e nell’url costituisce un sicuro volano, pur nei numeri ridotti».
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2. Txakoli vertido desde arriba, el vino del País Vasco
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Tres denominaciones de origen diferentes para un vino poco conocido en Italia pero que empieza a ser apreciado y buscado por un sector de aficionados, así como por turistas que lo descubren in situ y que quedan fascinados por un método de servicio espectacular.
@Tantaka Juanjo Tellaetxe
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La palabra, escrita, puede parecer extraña: en vasco txakoli, en castellano, más doméstico, chacolì. El sonido no es menos sorprendente: ciacolì, lo leemos. El vino que define este nombre es mucho más inmediato: ligero, fácil, alegre. Es el vino de las celebraciones en el País Vasco , presente para acompañar barbacoas al aire libre y en bares junto con pintxos , la versión local del tapeo.
«El txakoli es reflejo del carácter de nuestro pueblo, de Euskal Herria, de nuestras tradiciones y de nuestra cultura y por tanto es un vino un tanto rústico, tímido, que hay que domar en la viña, un vino antiguo, casi mitológico, en definitiva un vino de culto para los vascos». Así lo afirma Juanjo Tellaetxe, enólogo y alma de la bodega Tantaka , que continúa explicando que el txakoli era el vino que se elaboraba en casa, el que se bebía en familia:
«Si sobraba se vendía y se transformaba en un vino económico. recurso en una época de gran escasez. Recuerdo las últimas viñas cultivadas por mi familia, la taberna que había en la casa y la bolera, donde los vecinos pasaban su tiempo libre bebiendo txakoli, jugando a los bolos y comiendo bacalao.
Los viñedos se perdieron en varios años consecutivos de fuerte oídio, y con la llegada de las primeras fábricas a la zona. Además, el nombre aparentemente deriva de la expresión vasca etxeko ain , «hecho para casa».
Un vino histórico
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Hoy en día muchas cosas han cambiado y este vino histórico está amparado por la denominación de origen. Efectivamente, desde las denominaciones, ya que existen tres tipos de txakoli. Para explicarlo, Igor y Fran que trabajan desde su escaparate Bask Select para enviar productos vascos a todo el mundo y dar a conocer los sabores y la cultura de su tierra.
«El primero es el Txakoli de Getaria ( DO Getariako Txakolina ), elaborado en la región de Gipuzkoa, principalmente en el territorio de Getaria. Es la denominación de origen controlada más conocida y una de las más antiguas: los vinos de esta zona son famosos por su frescura, acidez y un ligero toque carbonatado; suelen tener notas frutales de manzana verde y cítricos, con una agradable efervescencia.
El Txakoli de Bizkaia ( DO Bizkaiko Txakolina ), más suave y menos ácido que el anterior, presenta una mayor variedad de estilos, y también se elabora en versión tinta o rosada. Estos vinos suelen tener aromas florales y frutales más intensos, con menos burbujas.
Por último, el Txakoli de Álava ( DO Arabako Txakolina ), la más reciente de las tres denominaciones de origen: generalmente más afrutados y con cuerpo que los de otras regiones, estos vinos tienen una acidez equilibrada, con notas de frutas tropicales y un más rico.»
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Un servicio espectacular
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El primero, el Getariako Txakolina , es el más antiguo, por tanto, pero también es el que encanta a turistas y viajeros por su sabor diferente y con los espectaculares gestos que utilizan los vascos en el servicio: «Se utiliza el tapón escanciador , el tapón vertedor –explican Igor y Fran– para verter el txakoli de forma tradicional.
Este tapón tiene un pequeño orificio que permite un flujo fino y constante, ayudando a airear el vino durante el servicio. El txakoli se deja caer de la botella desde cierta altura, aproximadamente un metro, para que pueda romperse en la copa: de esta forma el vino desprende dióxido de carbono, formando una espuma característica.
También se utiliza una copa grande y de boca ancha, diferente a una copa de vino tradicional. Este tipo de copa permite una mejor oxigenación del vino y facilita la percepción de sus aromas y sabores. El txakoli debe servirse a una temperatura de entre ocho y diez grados centígrados, temperatura que resalte su frescor, acidez y notas frutales características.»
Y se dice que cuando se vierte txakoli hay que dejar caer un poco del vaso, para que traiga buena suerte.
En cuanto a maridajes, el txakoli combina bien con multitud de alimentos diferentes. Fran e Igor indican los más típicos, empezando por el marisco, que marida perfectamente con la acidez y frescura de este vino, y siguiendo por el pescado, especialmente anchoas, sardinas, atún y bacalao.
También son perfectos los quesos tiernos y semicurados como el idiazábal , el queso más famoso del País Vasco, terminando con los famosos pintxos , las tapas del País Vasco, pequeños aperitivos perfectos para tomar una copa de vino: por ejemplo las gildas , Brochetas de aceitunas, anchoas y guindillas verdes.
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El alma de un vino
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La esencia del txakoli viene definida, como ocurre con todos los vinos, por varios factores: «Creo que las características del txakoli –cuenta Tellaetxe– derivan sobre todo de las variedades autóctonas (Hondarrabi zuri, blanca; Hondarrabi beltza, tinta ; Petit courbu/Hondarrabi zuri zerratia, blanca; y luego otras variedades menores) y por nuestro clima marcado por la influencia del Cantábrico y la montaña».
Sin embargo, el territorio apto para el cultivo de la vid no es muy grande: «Hay pocas hectáreas de viñedo en todo el País Vasco y pocas bodegas: esto es de gran importancia, somos pequeños en cuanto a superficie cultivada, somos pocos productores. .. Pero es muy curioso que ambos encontremos una gran diversidad entre los vinos.»
Diversidad que no sólo afecta a las distintas denominaciones, sino también a la forma de elaborar vino: «Podríamos decir que actualmente hay dos tendencias a la hora de elaborar txakoli. Por un lado -explica Tellaetxe- el txakoli más clásico, con ese carácter de vino fresco, ligero, muy ácido y bajo en alcohol, un vino para tomar dentro del año, con una tapa o un pintxo ; entonces hay una nueva tendencia a hacer vinos con más potencial de guarda, más gastronómicos, sin duda más complejos, más serios…
Vinos con más cuerpo, un poco más de alcohol, más amables, que ya muestran todo el potencial que tendrán en los próximos años. veremos este producto genuinamente local en el mercado internacional. Personalmente, desde el principio elegí la línea de vinos más moderna, con mayor potencial de guarda, gastronómica… Básicamente el txakoli que me gusta beber y disfrutar.»
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En Italia
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En Italia no es fácil encontrar txakoli. Tantaka’s es distribuido por Proposta Vini , para hostelería y restauración. Bask Select ofrece una selección de etiquetas a la venta online, como Txomin Etxaniz, uno de los productores más emblemáticos de Getaria, conocido por su txakoli fresco y con carácter.
Gorka Izagirre, Bizkaia ofrece una expresión moderna y refinada del Txakoli, mientras que Astobiza, productora de la DO Álava, es famosa por sus vinos afrutados y equilibrados. Por último Italvinus , un e-commerce de vino especializado en vino español en el mercado italiano, que opera como filial italiana del grupo español Vinissimus.
Giuseppe Alonzo, persona de contacto del portal y sumiller, explica cómo la venta de vinos vascos representó el dos por ciento del total de los pedidos recibidos en el mercado italiano: «Es un nicho de público dispuesto a gastar (los pedidos superaron claramente el umbral de entrega gratuita), y competente.
Sólo una pequeña parte de los pedidos fueron realizados por profesionales (destaco un par de pedidos bastante importantes del AIS en el pasado), lo que revela que el nicho está presente entre los bebedores y los aficionados, pero no supone una gran importancia. mercado.
En cuanto a las búsquedas online, la inclusión de la palabra txakoli en el nombre del producto y en la URL constituye un impulso seguro, a pesar de las pequeñas cifras».
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